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venerdì 7 aprile 2017

Il bambino.


Io, bambino credo di esserlo rimasto per sempre, quantomeno in gran parte; 
mi piace tanto prendere in giro coloro che hanno voluto crescere in fretta e per forza dimenticando il bambino che ci dovrebbe essere in ognuno di noi, una sorta di "Sindrome di Peter Pan" alla rovescia, anche per questo mi piace scrivere storielle ironiche sui cosiddetti "adulti".
        La persona che amo, principalmente prendere in giro è me stesso:
        Avevo undici anni, primo giorno di medie, la scuola si trovava accanto una caserma di Vigili del Fuoco.
Mentre attendevo di entrare a scuola, sentii una campanella, molto più assordante di quella della scuola, erano i Vigili del Fuoco che uscivano dalla caserma con una autobotte a sirene spiegate, li osservai incuriosito e vidi l'autista che rideva come un matto e accanto a lui, quello che sarà stato il suo Capo Squadra, che rideva quanto e più di lui, mentre si allacciava un elmetto sotto il mento.
Mi chiesi: -Ma sono pazzi? Stanno recandosi probabilmente a rischiare la propria vita chissà dove e ridono!
Nooo! Io non farò mai il Vigile del Fuoco!
        Io, quella volta, quel bambino non volli ascoltarlo, e ho fatto il pompiere per trentasette anni!

© Roberto Ardizzone




martedì 4 aprile 2017

Serenata

       Una bellissima donna, un uomo che suona il violino, come non pensare ad una serenata.
        Io suono la chitarra, e dicono pure che ho una bella voce, ma a sessanta anni suonati a chi volete che importi,  allora per arrotondare la mia           modesta pensione faccio le serenate.
Si,  le serenate, sono tornate di moda.
       Lo sposo mi paga una cifra, il giorno prima del matrimonio la sorpresa, io vado sotto il balcone della sposa e gli suono il suo pezzo preferito, la ragazza si affaccia incuriosita e tutti ad applaudire commossi. Si tutti, perché lo sposo si porta dietro amici e parenti.  
      Ieri sera sono andato a farne una, arrivo li, suono il pezzo, tutti ad aspettare che si apra il balcone... ma, niente!
       Avrà il sonno duro pensiamo, ok ripetiamo il pezzo ci metto un po' più di impegno, finisco, niente!  Questa qua, non si sarà ubriacata, magari impaurita del passo che sta per fare?
         Lo rifaccio, alzo i toni, svegliamo tutto il vicinato, ma il balcone non si apre,  lo sposo guarda il balcone chiuso, preoccupato mi dice: vado al citofono e suono.
       Nel frattempo arriva una ferrari, con una coppia di giovani,  non guardano nemmeno la nostra comitiva di almeno quaranta persone, lei scende dall'auto dopo avere sparato un bacio in bocca al ragazzo alla guida, è molto  bella, vestita bene, solo un po' scarmigliata ed è... la futura sposa.
Scoppia un pandemonio, spintoni, parolacce irripetibili, botte da orbi tra i parenti,  mi allontano qualche metro per proteggere la chitarra, ci penso un attimo su, torno indietro, vado dallo sposo e gli dico: Io il mio lavoro l'ho fatto, sono 50 euro!

© Roberto Ardizzone