Visualizzazioni totali

domenica 23 luglio 2017

Lo scrivente
         Io  sono uno che si diverte a scrivere, quindi uno scrivente.
Dal vocabolario Treccani:  Scrivente = Chi scrive. Poi oggi montandomi un po' la testa potrei definirmi magari un Blogger per i miei racconti brevi che metto sul blog, ma adesso che ho pubblicato un libro tutto mio, qualcuno comincia pure a definirmi uno scrittore.
La cosa non mi piace più di tanto perché, dello scrittore, io ho un idea molto personale e non proprio positiva.
La illustro:




Lo scrittore

         Lo scrittore è una bestia strana, nasce con uno scopo ben preciso: sviluppare il proprio pensiero per poi trasmetterlo agli altri, esprimendolo con una penna, ma i pericoli sono tanti perché le strade che  incontra sono piene di insidie!
         Il rischio principale è, che lo scrittore, quando si accorge che la cultura in lui è cresciuta, diventa: prima Saputello, poi Saccente e ancora, propaggine del Marchese del Grillo (Io sono io e tu non sei un cazzo), Egocentrico e infine può credere di essere diventato lui, IL CREATORE.
         Lo scrittore, spesso, fonda delle associazioni culturali, che fa funzionare pure bene, anche se, le utilizza come un dittatore, non accetta consigli da nessuno e avanza come uno schiacciasassi, incurante delle eventuali vittime che lascia sul suo percorso; ciò per un paio di anni,  poi il suo egocentrismo gli fa ritenere di essere arrivato ad un livello superiore ed allora sfascia quella associazione  e ne fonda un altra e poi un altra ancora, sempre e in modo quasi parossistico, non per scegliere menti o penne superiori ma solo persone che sappiano essere  succubi e obbedienti nei suoi confronti! Questa crescita provoca in lui un aumento dell'Ego quasi infinito e con questa sequenza:
Allievo scrittore,
Uno scrittore,
Lo scrittore,
Un maestro scrittore,
Il maestro scrittore,
Un maestro
IL MAESTRO!
 A questo punto decide che può anche morire! Proviamo a immaginarne la morte:

La Morte dello scrittore

         Quando stava per morire disse alla moglie al suo capezzale: Prepara i miei cibi preferiti: Tumazzu, Giri, cicoria e un poco di vino  di Zibibbo quello fatto dallo Zio Pino,  perché fra tre giorni resusciterò; e si addormentò avvolto dal sonno del giusto.
Cominciò a salire le scale del paradiso, quando fu quasi in cima si fermò ad osservare: c'erano tre grandi, bellissime poltrone regali.
A sinistra c'era seduto un uomo,  giovane, alto, bello, con una corona fatta di spine e delle ferite: alle mani, ai piedi e ad un costato, ma non sembrava soffrirne, anzi sembrava contento e fiero di quelle ferite e di quella corona, come se portasse delle medaglie.
Al centro c'era seduto un uomo, molto avanti negli anni , imponente nella figura, capelli bianchi e lunghi, una barba bianca folta e altrettanto lunga, e coperto da una sfolgorante veste bianca; il tutto sembrava brillare di luce propria.
A destra infine c'era una colomba bianchissima che girava intorno sul sedile senza scenderne mai.
Lo scrittore, dopo una lunga e attenta osservazione dello scenario, come faceva abitudinariamente quando doveva o voleva scrivere qualcosa, fissò il vecchio e infine disse con voce autoritaria, di quelle che non ammettono repliche:
- Senti vecchio, caccia via quella colomba che ti sta scacazzando tutta la poltrona a destra e ti ci vai a sedere. Liberami quella di centro che è di diritto la mia!
Il vecchio lo osservò con un sorriso un po'severo e sornione allo stesso tempo, e gli rispose:
- Sai che sono stato tentato di farti tornare giù, come hai detto a tua moglie? Poi ripensandoci ho deciso di tenerti qui e non farti tornare più sulla terra, devo evitare a tutti i costi che tu vada a fare altri danni!

© Roberto Ardizzone