Con mio grande dispiacere, a scuola non ti posso più mandare.
La mia era una famiglia economicamente modesta; me ne andai a lavorare.
Tuttavia l'arte in genere mi piace, l'apprezzo,
anche senza conoscenze particolari; ciò che è bello, è bello. Punto.
Quando
posso entrare in un museo, o recarmi ad
una mostra, lo faccio sempre volentieri e spesso godo della bellezza di quadri,
sculture, e nonostante non abbia grandi conoscenze artistiche, sono riuscito a
non scambiare gli estintori, tra un quadro e l'altro, per opere d'arte.
Mi
trovavo a Milano quando ebbi l'opportunità di visitare la Pinacoteca
Ambrosiana, stavo letteralmente scialando nel vedere così tante grandi opere messe insieme, quando
mi trovai davanti un quadro, piccolino in verità, sarà stato 50 x 30; era il mezzo
busto di un uomo, visto da una angolazione di tre quarti, un cappellino
rosso, capelli lunghi, biondi e un foglietto in mano, con scritte delle note musicali. Furono i capelli
a colpire la mia curiosità, aveva dei boccoli bellissimi, la pennellata
dell'autore faceva si da trasmettere la sensazione, che volessero uscire fuori
dal dipinto. Mi avvicinai per osservarli meglio, e poi mi avvicinai ancora per
guardarne meglio i particolari e poi ancora di più.....,
Mi sentii bussare ad un spalla ed una voce, gentile
ma ferma dirmi - Signore dovrebbe allontanarsi almeno una ventina di
centimetri, perché avvicinandosi troppo,
ha fatto scattare l'allarme silenzioso dell'antifurto!
Mamma mia, che brutta figura! Balbettai delle scuse e mi allontanai. Quando
stavo per uscire mi trovai davanti il custode di prima, che vedendomi ancora
teso per la gaffe commessa, forse magari per mostrarmi pure un po' di solidarietà per la situazione
imbarazzante di prima, e buttare acqua sul fuoco, mi disse: Se le è piaciuto così tanto, se vuole, glielo
metto in carta e se lo porta! No, grazie, risposi, non dormirei per la paura che potessero rubarmelo. Sorridendo
me ne andai.
Ah dimenticavo, il quadro in
questione era il "Ritratto di Musico" di Leonardo!
© Roberto Ardizzone
© Roberto Ardizzone