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lunedì 21 gennaio 2019

Come Hemingway


1° giorno

         Sembra che tutti non abbiano altro pensiero che il cibo, sono in un bar, sul lungomare, seduto ad un tavolino, in terrazza; ho appena consumato la mia colazione ed ho davanti una tazza di caffè fumante. Scrivo i miei pensieri, le mie riflessioni sul mio taccuino sempre presente. No, non sono a Casablanca, ma ad Aspra, frazione marinara di Bagheria. Una calda mattinata di un qualunque giorno dell'estate siciliana, sono le nove del mattino ma l'aria è già rovente, un leggera brezza marina mitiga un po' il calore sulla pelle, ancora poca gente, per la maggior parte turisti ed emigranti che sono tornati per passare una vacanza nella loro terra natale. Nel tavolino accanto una bambina, non più di tre anni, come tanti bambini della sua età comincia ad essere padrona della tecnologia, sta utilizzando lo smartphone della mamma per vedere dei cartoon o qualche favoletta, mentre la mamma sta tranquillamente chiacchierando con un altra donna; davanti a loro, tazze di caffè vuote e tracce di una colazione già consumata.  Mi guardo in giro, la sensazione di vivere fuori dal mondo è forte. La fame, la disoccupazione galoppante, il problema migranti, sembrano rimasti fuori da questo ambiente, rilassato e vacanziero. A pochi metri la spiaggia; non è pienissima, è un giorno feriale qualunque, la gente prende il sole, si bagna e si diverte; in tutto questo anch'io mi sono lasciato prendere da questa sensazione di pace, di relax; forse una pausa dai problemi di ogni giorno non mi farebbe male, ma non riesco a perderli di vista, a cancellarli, neanche per un momento. Donne, bambini, famiglie intere che continuano a morire in mare; nell'inseguimento di un sogno non realizzato di un futuro migliore, o molto più semplicemente di un futuro! Vorrei tanto fare qualcosa per questi esseri umani meno fortunati che perdono la loro vita, alla vana ricerca di una vita dignitosa; cosa che nei loro paesi, per vari motivi non possono e non riescono a trovare, ed io, davanti alla superficialità, al menefreghismo, alla cultura della difesa del proprio giardinetto,  dell'egoismo di cui l'uomo ha imparato a nutrirsi, mi sento terribilmente impotente.


         Provo a rilassarmi, le due signore con la bambina sono andate via, al loro posto si sono seduti una famiglia festosa di emigrati bagheresi in vacanza, dai loro discorsi ho capito che vivono da moltissimi anni negli Stati Uniti, sembrano felici di questa parentesi nella loro terra natia; la loro gioia è visibile, palpabile. Abbiamo cominciato a chiacchierare  del più e del meno, mentre uno di loro ha cominciato a fare colazione con un uovo sodo; dice che stamane lo ha visto fare ad una gallina e lo ha raccolto ancora caldo, ed ha iniziato a raccontarmi che facendo un po' d'ordine e di pulizia in un suo vecchio cascinale nelle campagne di Bagheria da tempo abbandonato, ha ritrovato un suo vecchio amore di cui non ricordava più l'esistenza: un motociclo Motom 49cc; ha deciso di aggiustarlo prima di tornare in America e di portarlo con se per farne dono al suo nipotino più grande, colui che lo ha reso nonno.
         Mi piace questa spensieratezza che dimostrano, si vogliono divertire e ne hanno pieno diritto, sanno senz'altro il significato della parola "migrante" e sapranno pure cosa significhino i sacrifici che si fanno arrivando in una terra sconosciuta che non è la tua, terra in cui niente ti è familiare, neanche la lingua, ed in cui spesso l'accoglienza non è certo amichevole e devi, partendo dal nulla, ricrearti una nuova vita!

         Jack interrompe discorsi e pensieri, è il cane del bar, un bastardo tutto nero e tutto peli con due macchie bianche da cui spuntano due grandi occhi dall'espressione dolcissima, è la mascotte di tutti clienti soprattutto dei più affezionati che gli danno qualcosa da mangiare e lui in segno di ringraziamento gli si siede accanto tranquillo e silenzioso come fanno spesso i cani con i loro padroni. Jack è la gioia di tutti bambini, ci giocano e lo accarezzano, per la sua felicità.

         Una ragazza giovanissima e carina serve ai tavoli, si chiama Dalila, allegra e disponibile al dialogo, racconta di essere laureata da poco; sta lavorando sodo per racimolare un po' di soldi per poter andar via dalla Sicilia, dovunque si presenti la possibilità di realizzare il suo sogno, di esercitare il suo lavoro frutto di anni di studio e sacrificio; dai suoi occhi traspare caparbietà e motivazione. Penso: "Buona fortuna figliola!" E' la storia del sud che si ripete, è un continuum, come un pendolo nel suo moto perpetuo;  i nostri figli che se ne vanno in cerca di fortuna, se ne vanno da una terra avara, che sembra non voler dare niente in cambio a chi la cura, e non c'è nessuno, dico nessuno che provi a fare qualcosa per arginare questa continua emorragia umana.

         Gli italo-americani salutano e vanno via, i tavolini pian piano si svuotano, è un momento di calma, anche Jack si è alzato e si è allontanato,  guardo il mare, la brezza è diventata più forte, le sue onde sono diventate spumose, si sta agitando, un po' come i miei pensieri;  il mondo continua girare e con lui la ruota della vita, imperterrita, con i suoi problemi, i suoi piaceri e le sue pene, le sue gioie e i suoi dolori e con tante, troppe persone che non vedono o fanno finta di non vedere quella amara realtà in cui molti altri esseri umani hanno bisogno di aiuto.
Malinconicamente mi alzo e vado verso la casa vacanze...

Quinto giorno

         Oggi i gabbiani riempiono il cielo del lungomare. Con il soffio sostenuto del maestrale, i pesci seguendo il loro istinto si sono spostati al largo e rifugiati nei fondali al riparo dalle onde che tormentano la costa, allora i gabbiani cercano il loro sostentamento altrove; dai venditori di pesce, ai cestini non svuotati della spazzatura, l'uomo da questo punto di vista li ha pure corrotti. se ci si avvicina a loro bisogna pure essere cauti, perché davanti alla fame diventano anche molto aggressivi. I venditori di pesce per evitare problemi maggiori e tenerli lontano dai loro clienti e dalle proprie bancarelle, spostano le cassette con gli scarti prodotti con il pesce venduto e le posizionano vicino le loro barche nel porticciolo antistante. Appena individuato, i gabbiani accorrono a frotte! Mentre scrivo mi sono soffermato ad osservarli, sono un grande spettacolo della natura. Si alzano in volo, e approfittando del forte vento di maestrale che cozzando con le colline attorno Aspra, crea delle correnti ascensionali notevoli,  tengono le ali spiegate, quasi ferme, e mentre fanno un elegante surplace in aria, scrutano alla ricerca di dove possa esserci cibo per nutrirsi. La spiaggia è quasi deserta, il vento fresco, le onde alte non incoraggiano certo ad entrare in acqua, qualcuno ha scelto di attardarsi a letto oppure come me ha scelto di sedersi al tavolino di un bar a godere della frescura di oggi. Anche Jack , il cane mascotte del bar se l'è presa comoda, stamattina non è ancora venuto a prendersi la sua porzione di carezze e di cibo elargito tutti giorni dai clienti più affezionati, sarà in giro o nella sua cuccia ancora a dormicchiare.

Ottavo giorno

         Oggi potrebbe essere l'ultimo giorno di vacanza. Sono seduto al solito tavolino del solito bar sul lungomare. Cerco con il mio smartphone un volo disponibile per tornare a casa, non lo faccio volentieri; si, mi aspettano i miei nipotini, ma sto bene qui, mi sto affezionando a questo posto, con tutti i suoi difetti ed i suoi limiti, non è facile dare una spiegazione a questa emozione, non posso paragonare il posto a Taormina, Portofino, Rimini o Mondello, l'atmosfera è molto diversa, non è festaiola o pacificamente rumorosa, qua c'è molto relax e tranquillità, persino Jack è tranquillo e rilassato; negli ultimi giorni è venuto a sedersi sempre accanto a me, quasi mi avesse scelto come padroncino; Con Dalila è nata una buona amicizia ci siamo scambiati indirizzi social e mail, ci tiene ad essere lei a portarmi la colazione al tavolo e ad aiutarmi a scegliere le prelibatezze siciliane, ogni mattina una cosa diversa; mi mancherà anche lei con il suo sorriso e la sua freschezza.
         Come sempre stamattina sono stato uno dei primi ad arrivare, accanto al mio tavolino una coppia di donne si accarezzano la mano appoggiata sul tavolo, si scambiano tenerezze, chiacchierano guardandosi negli occhi, nessuno delle persone attorno sembra accorgersene o peggio guardarle con pregiudizio, per fortuna anche qui, al profondo sud le cose pian piano cambiano. Una signora con due bambini piccoli; uno di pochi mesi, lo tiene in braccio, l'altro  avrà tre anni o poco più, alla richiesta di cosa desiderasse per colazione, sorprende tutti con una richiesta: - Mi porti una insalata di mare! -  Scena incredibile, sorrisi gratis per tutti! Ma come tutte le belle cose, è finita presto!  Ho trovato il volo per stasera. Torno al B&B, vado a preparare le valigie...