Il pappagallo
amava molto nutrirsi di semi di cannabis, Lui riusciva a procurarseli anche se con relativa difficoltà.
Giovanni fu autore assieme a tanti altri
compaesani, con il passeggio pomeridiano di tutti i giorni, a scavare un solco
lungo tutto il marciapiedi del corso, parlando di politica, di sport, e di
donne naturalmente. Qualche volta passeggiavamo pure insieme; mi piaceva chiacchierare
con lui, sapeva tutto di tutti, era un po' la memoria storica del paese.
Un giorno il pappagallo morì, Giovanni
mise tutta la roba del pappagallo in un sacco, ficcò i semi di cannabis rimasti in
una tasca della giacca, e uscì per buttare via tutto.
Passarono giorni, settimane, era una
giornata di sole di un inverno gelido quando, passeggiando per il corso,
infilando una mano in una tasca della giacca, di quella giacca, si accorse che
i semi di marijuana erano rimasti li, come in attesa di
qualcosa; con un gesto quasi meccanico ne prese un po' e li gettò sotto un
alberello e poi un altro po' sotto un altro albero, e poi ancora, sino a
svuotare la tasca.
Così arrivò la
primavera quando sotto alcuni alberelli del corso spuntarono delle piantine
molto belle..... dicono che qualcuno, le
riconobbe quando già erano alte almeno una trentina di centimetri, e le fece
sparire senza troppo rumore.
Giovanni non è
più tra noi, questo è uno dei tanti ricordi che mi ha lasciato!
© Roberto Ardizzone
© Roberto Ardizzone