Sono Senegalese, vengo da Zandee,
villaggio della regione di Temento. Avrò
avuto cinque o sei anni quando arrivò il missionario Louis; oltre ad una
Bibbia, aveva con se una vecchia chitarra, mi insegnò a suonarla. Ricordo con
nostalgia quelle bellissime notti passate fuori dalla mia capanna, a suonare,
cantare, magari mentre si stava ad osservare e ammirare nel buio della notte,
la luna, il cielo stellato, la via lattea con il suo grande fascino; cose che
non scorderò mai!
Ogni
anno, venivano nel nostro villaggio che oramai da anni ospitava una missione, gruppi
di ragazzi italiani in missione umanitaria, ci aiutavano; a scavare un pozzo, a sistemare
una piccola struttura per farci un ambulatorio, persino a zappare la terra e
piantare sementi; qualche volta venivano
a pescare con noi, in quelle occasioni
eravamo noi ad insegnare qualcosa loro, come ad esempio le nostre tecniche di
pesca, ed era bello starci insieme; le
sere si passavano a chiacchierare, ci raccontavano e ci descrivevano tante cose
dell'Europa, ed io stavo ad ascoltarli volentieri; un giorno uno di loro, si
chiamava Francesco ed era fiorentino, mi sentì suonare la chitarra e gli
piacque tanto, mi raccontò che lui la musica la insegnava a scuola e mi disse
che in Europa, se volevi diventare un bravo musicista dovevi passare da Londra, e fu quello
che cominciai a sognare...
Un giorno, oramai ventiduenne, decisi
di tentare la sorte.
Racimolai,
con l'aiuto dei parenti, una piccola cifra e partii per la mia grande
avventura: io e la vecchia chitarra che Padre Louis mi aveva regalato prima di
andar via. Iniziai il mio lungo viaggio
e dopo alcune settimane a Dakar, dove, per poter avere dei documenti
regolari, dovetti fare veri e
propri salti mortali e con mezzi di
fortuna riuscii a raggiungere Tunisi, dove finalmente mi potei imbarcare per la
Sicilia, e la nave giunse a Palermo.
OGGI
Sono
arrivato in questa città meravigliosa che è Palermo. Per continuare il mio
viaggio che mi dovrebbe portare in Inghilterra, a Londra, ci vogliono un bel po'
di soldi; non trovo lavoro, il
missionario Louis dice sempre che, al bisogno, si deve saper fare di
"necessità virtù" ed io mi sono organizzato, mi fermo nei pressi di qualche
bar del centro storico che vedo molto
frequentato, mi sono procurato una latta vuota che metto per terra davanti a
me, e comincio a suonare; sembra che la mia musica piaccia e un po' di monete vanno
a finire nella mia latta; se mi va bene,
in pochi mesi riuscirò con i soldi guadagnati a raggiungere la mia meta.
Oggi
sono davanti il "Bar Goethe", nei pressi del Teatro Massimo, è una bella
giornata di sole, sto suonando, c'è un viavai di clienti notevole, i tavolini
sono pieni e qualche monetina sto racimolando.
Arriva una mendicante, si ferma ad osservare, avrà una cinquantina
d'anni, molto trasandata, capelli arruffati, abiti piuttosto sporchi; mi fissa
insistentemente, quasi mi imbarazza, sembra rapita dalla mia musica, rimane
così, ferma, imbambolata e a lungo, dopo vari minuti sembra si decida ad andarsene, si incammina, percorre
una decina di metri, poi però ci ripensa, torna indietro e ricomincia a
fissarmi, lentamente fa qualche passo verso di me, è vicinissima, improvvisamente
mi porge il palmo della mano destra nel gesto di chiedermi l'elemosina; sono
sorpreso, di certo non mi aspettavo questo genere di richiesta, non so
descrivere esattamente quale tipo di emozione provo in questo momento, se
sorpresa o sgomento o altro ancora, ma mi fa tanta tenerezza, seguo il mio
istinto, raccolgo dalla mia latta una monetina tra quelle racimolate, e gliela poso
delicatamente sul palmo di quella mano, subito, in cambio, lei mi regala un largo
sorriso, mi ringrazia e contenta se ne va!
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