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domenica 18 febbraio 2018

Vengo da Temento


       Sono Senegalese, vengo da Zandee, villaggio della regione di Temento.  Avrò avuto cinque o sei anni quando arrivò il missionario Louis; oltre ad una Bibbia, aveva con se una vecchia chitarra, mi insegnò a suonarla. Ricordo con nostalgia quelle bellissime notti passate fuori dalla mia capanna, a suonare, cantare, magari mentre si stava ad osservare e ammirare nel buio della notte, la luna, il cielo stellato, la via lattea con il suo grande fascino; cose che non scorderò mai!
      
       Ogni anno, venivano nel nostro villaggio che oramai da anni ospitava una missione, gruppi di ragazzi italiani in missione umanitaria,  ci aiutavano; a scavare un pozzo, a sistemare una piccola struttura per farci un ambulatorio, persino a zappare la terra e piantare sementi;  qualche volta venivano a pescare con noi,  in quelle occasioni eravamo noi ad insegnare qualcosa loro, come ad esempio le nostre tecniche di pesca, ed era bello starci insieme;  le sere si passavano a chiacchierare, ci raccontavano e ci descrivevano tante cose dell'Europa, ed io stavo ad ascoltarli volentieri; un giorno uno di loro, si chiamava Francesco ed era fiorentino, mi sentì suonare la chitarra e gli piacque tanto, mi raccontò che lui la musica la insegnava a scuola e mi disse che in Europa, se volevi diventare un bravo  musicista dovevi passare da Londra, e fu quello che cominciai a sognare...
Un giorno, oramai ventiduenne, decisi di tentare la sorte.
      Racimolai, con l'aiuto dei parenti, una piccola cifra e partii per la mia grande avventura: io e la vecchia chitarra che Padre Louis mi aveva regalato prima di andar  via. Iniziai il mio lungo viaggio e dopo alcune settimane a Dakar, dove, per poter avere dei documenti regolari,  dovetti fare veri e propri  salti mortali e con mezzi di fortuna riuscii a raggiungere Tunisi, dove finalmente mi potei imbarcare per la Sicilia, e la nave giunse a Palermo.


OGGI

      Sono arrivato in questa città meravigliosa che è Palermo. Per continuare il mio viaggio che mi dovrebbe portare in Inghilterra, a Londra, ci vogliono un bel po' di soldi;  non trovo lavoro, il missionario Louis dice sempre che, al bisogno, si deve saper fare di "necessità virtù" ed io mi sono organizzato, mi fermo nei pressi di qualche bar del centro storico  che vedo molto frequentato, mi sono procurato una latta vuota che metto per terra davanti a me, e comincio a suonare; sembra che la mia musica piaccia e un po' di monete vanno a finire nella mia latta;  se mi va bene, in pochi mesi riuscirò con i soldi guadagnati a raggiungere la mia meta.

      Oggi sono davanti il "Bar Goethe",  nei pressi del Teatro Massimo, è una bella giornata di sole, sto suonando, c'è un viavai di clienti notevole, i tavolini sono pieni e qualche monetina sto racimolando.
Arriva una mendicante,  si ferma ad osservare, avrà una cinquantina d'anni, molto trasandata, capelli arruffati, abiti piuttosto sporchi; mi fissa insistentemente, quasi mi imbarazza, sembra rapita dalla mia musica, rimane così, ferma, imbambolata e a lungo, dopo vari minuti  sembra si decida ad andarsene, si incammina, percorre una decina di metri, poi però ci ripensa, torna indietro e ricomincia a fissarmi, lentamente fa qualche passo verso di me, è vicinissima, improvvisamente mi porge il palmo della mano destra nel gesto di chiedermi l'elemosina; sono sorpreso, di certo non mi aspettavo questo genere di richiesta, non so descrivere esattamente quale tipo di emozione provo in questo momento, se sorpresa o sgomento o altro ancora, ma mi fa tanta tenerezza, seguo il mio istinto, raccolgo dalla mia latta una monetina tra quelle racimolate, e gliela poso delicatamente sul palmo di quella mano, subito, in cambio, lei mi regala un largo sorriso, mi ringrazia e contenta se ne va!

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